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Museo storico della Liberazione - Roma

Le esumazioni

Terminato l’eccidio, le SS, per occultare il tutto, con la dinamite fanno crollare le volte delle grotte dove, inginocchiate e con le mani legate dietro la schiena, sono state trucidate le 335 vittime; poi, per confondere l’odore che emana dai corpi che vanno in decomposizione, scaricano davanti all’ingresso camion di spazzatura. Solo dopo la Liberazione, a fine luglio, l’anatomopatologo professor Attilio Ascarelli, docente di Medicina Legale all’Università di Roma, inizia l’opera di esumazione delle salme. Si scopre allora che le vittime sono 335 e non 320 come è scritto nel Comunicato del Comando tedesco. Il lavoro del prof. Ascarelli è lungo e complesso, proprio perché sono trascorsi mesi dall’eccidio, ma comunque gli permette di ricostruire come è avvenuta la mattanza che poi descrive nella relazione redatta insieme con i collaboratori.