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Museo storico della Liberazione - Roma

I GAP

Il 9 settembre 1943, mentre si combatte a Porta san Paolo, alla Montagnola e in altre parti di Roma e nella provincia (Monterotondo, Monterosi…) si riuniscono i rappresentanti dei partiti antifascisti che si costituiscono in “Comitato di Liberazione Nazionale”, assumono la responsabilità di governo e la direzione politica della Resistenza per la quale lanciano un appello alla popolazione. Ne fanno parte Ivanoe Bonomi (presidente); Alcide De Gasperi, Giovanni Gronchi e Giuseppe Spataro (Democrazia Cristiana); Ugo La Malfa, Riccardo Bauer e Sergio Fenoaltea (Partito d’Azione); Meuccio Ruini, Mario Cevolotto e Giovanni Persico (Democrazia del Lavoro); Giorgio Amendola, Mauro Scoccimarro e Giovanni Roveda (Partito Comunista Italiano); Pietro Nenni, Sandro Pertini e Giuseppe Romita (Partito Socialista); Manlio Brosio, Alessandro Casati e Leone Cattani (Partito Liberale). Il CLN Centrale istituisce una “Giunta Militare Centrale” per il coordinamento della lotta contro il nazifascismo. Si ramifica in Comitati locali. A Roma il Comitato Romano di Liberazione ha Sergio Fenoaltea presidente, aderiscono PCI, PSI, Partito d’Azione, DC, PLI, Democrazia del Lavoro.

Nascono formazioni armate che fanno riferimento ai partiti del CLN: i GAP (Gruppi Azione Patriottica) del Partito Comunista, le formazioni del Partito d’Azione e del Partito Socialista. Si dedicano tutte ad attività di guerriglia urbana, mettendo a punto attacchi armati e sabotaggi. Le formazioni della Democrazia Cristiana, del Partito della Democrazia del Lavoro e del Partito Liberale non partecipano alla guerriglia urbana e si dedicano ad attività di informazione e propaganda.

Oltre a queste nascono altre formazioni autonome: Bandiera Rossa di matrice comunista ma in dissenso con la linea del PCI, il Movimento dei Cattolici Comunisti, derivazione del “Partito Comunista Cristiano” nato all’inizio del 1943 e altre più piccole prevalentemente a livello di quartiere, come la Banda di Monte Sacro. Tutte pagheranno un pesante tributo in quanto a feriti e morti in combattimento e arrestati, torturati e giustiziati.