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Museo storico della Liberazione - Roma

Herbert Kappler

Herbert Kappler, ufficiale delle SS, era a Roma dal 1938, con il compito di controllare la polizia italiana e i cittadini tedeschi residenti a Roma. Nel 1943 fu nominato tenente colonnello e assunse il comando della polizia di sicurezza (Gestapo) e del servizio di sicurezza e informazioni del Partito nazionalsocialista. In tale veste doveva raccogliere informazioni militari in merito ai movimenti alleati e stroncare ogni forma di resistenza antitedesca degli italiani.

Durante i nove mesi di occupazione guida operazioni contro la Resistenza e la popolazione romana che segnano tragicamente la città, come i rastrellamenti degli ebrei il 16 ottobre 1943 e del Quadraro il 17 aprile 1944 ed esegue l’ordine della rappresaglia alle Cave Ardeatine successiva all’azione partigiana di via Rasella.

Alla fine della guerra viene arrestato e a suo carico nel 1948 si istruisce un processo presso il Tribunale Militare di Roma; è condannato all’ergastolo per l’eccidio delle Cave Ardeatine in quanto riconosciuto “responsabile del reato di omicidio continuato” e a 15 anni per l’estorsione dei 50 chili d’oro alla comunità ebraica definita “requisizione arbitraria”. Ha scontato la pena nel carcere militare di Gaeta e nel 1976 per motivi di salute è stato trasferito all’ospedale militare del Celio a Roma, da dove con l’aiuto della moglie riesce a evadere e raggiungere la Germania. È morto in libertà l’anno successivo.