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Museo storico della Liberazione - Roma

WORKING CLASS CITY

Artigiani e piccoli commercianti del centro storico furono spostati in maniera coatta verso ed oltre i quartieri più periferici, nelle zone sud e sud-est (dall’Appia alla Tiburtina) e nord-ovest (Valle d’Inferno, Primavalle), dove già erano stati realizzati gli insediamenti di abitazioni popolari e che avevano assorbito la maggior parte dell’incremento di popolazione: con case realizzate con materiali scadenti e prive di acqua corrente e wc all’interno (fontanelle e latrine comuni) e insediamenti privi di minime condizioni civili (strade non asfaltate e senza fognature, scarsa illuminazione pubblica, poche e rare corse di autobus) si popolarono zone lontane dagli sguardi dei visitatori della città aggiungendo nuove borgate a quelle già esistenti (rurali o civili), frutto, invece, di un coerente ed efficiente piano d’insediamento perseguito dallo Stato liberale con le leggi della bonifica dell’Agro Romano.

Artisans and small entrepreneurs were forced to move from the historic city centre to and beyond the outskirts, the southern and south-eastern areas (from Appia to Tiburtina) and north-western (Valle d’Inferno, Primavalle), where council housing had already been built absorbing the majority of the growth of the population: houses built with poor quality materials, lacking running water and bathrooms, with shared drinking fountains and communal latrines. These council housings deprived of the minimum civilized conditions
(unpaved streets without sewers, poor public lighting, few and rare public transports)- far away from the view of the visitors coming to the city- got populated creating new suburbs adding to the existing ones (civil and rurals) resulting from the efficient program developed by the liberal State through the laws to reclaim the Agro Romano.