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Museo storico della Liberazione - Roma

Bilioteca

La biblioteca “Guido Stendardo”, intestata al fondatore del Museo, bibliotecario e partigiano, il 4 giugno 2014, è specializzata nello studio della Resistenza a Roma e nel Lazio durante l'occupazione nazista. Si è arricchita, nel tempo, anche di opere generali di supporto alla ricerca e alla didattica, nonché di opere particolari relative al fascismo, al nazismo, all'antifascismo del ventennio, alla Resistenza in Italia e in Europa, all'antisemitismo, alla deportazione, all'internamento e al lavoro coatto. Il patrimonio librario, di circa 10.000 unità, è costituito prevalentemente da monografie, giornali, opuscoli del periodo clandestino e del dopoguerra, prime edizioni di diari e memorie del periodo 1943-1944, pubblicati subito dopo la liberazione di Roma, opere relative ai processi ai responsabili della repressione nazista e collaborazionisti fascisti.

La sala di lettura

L'ambiente della sala di lettura è caratterizzato dalla compresenza di elementi dell’allestimento originario dedicato alla Difesa di Roma dall’occupazione nazista e dalla affissione alle pareti di alcune opere di artisti di diversa provenienza e carattere. Sulla parete di sinistra c'è dapprima un mosaico senza titolo, donato dall’Istituto Enrico Pestalozzi di Torvaianica sulla costa a sud di Roma. Ancora, a seguire, un quadro “Massacro (le Fosse Ardeatine)” realizzato da Gabriele De Stefano e donato dalla famiglia del partigiano Adriano Forcella. Vi sono, poi, esposte le fotografie con le motivazioni della decorazione al valore dei militari caporal maggiore Bruno Baldinotti 1925 e tenente Enzo Fioritto, caduti per la Difesa di Roma: nell’ampia bacheca accanto, uno degli allestimenti originari testimonia con immagini e cimeli l'eroica fine di Baldinotti, che saltò in aria e perì nel rogo del suo piccolo carro armato M15, insieme al carrista Carlo Lazzerini. Sulle due bacheche poste sul ripiano delle due basse librerie, nella prima sono esposte una serie di decorazioni e di medaglie commemorative militari e partigiane provenienti dalla collezione donata da Mario Fiorentini; nella seconda, invece, sono esposti un fucile modello 91 e due moschetti automatici Beretta impiegati nei combattimenti. Nella parete di fondo, un grande pannello elenca i nomi di militari e civili (tra i quali alcune donne), caduti nei combattimenti nella battaglia della Montagnola, sulla via Laurentina, nei pressi dell’EUR, avvenuta al mattino del 10 settembre 1943. Accanto ad esso, specificazione per arma di appartenenza dei circa 1000 caduti complessivi nella difesa di Roma; di essi 76 furono decorati. A destra della finestra, su un supporto di legno, sono composti in un unico pannello “La meglio gioventù” (2012) i pregevoli ritratti, inchiostro su carta di riso, opera della giovanissima artista Martina Donati, di alcuni protagonisti della lotta di Liberazione a Roma: i due professori di filosofia Pilo Albertelli e Gioacchino Gesmundo (tra i capi militari, rispettivamente, del Partito d'Azione e del PCI ), le due “ragazze dei gap” Carla Capponi e Lucia Ottobrini, don Pietro Pappagallo, la popolana Teresa Gullace, tre giovani militanti della VI zona (tra il rione Esquilino e i quartieri Appio Latino e Tuscolano a sud): Manlio Bordoni, Gastone de Nicolò, Pietro Primavera. Sulla terza parete, sulla grata della grande libreria, per esplicita richiesta dei visitatori donatori, sono invece appuntati due festoni, dono rispettivamente dell’Associazione insegnanti giapponesi per la Pace e dell’Associazione familiari dei perseguitati politici in Giappone. Essi sono composti di origami multicolori in forma di gru, che ricordano la giovanissima Sadako, superstite di Hiroshima, minata nella salute a causa dell'esplosione della bomba atomica e -nella sua breve vita- instancabile promotrice a livello internazionale della cultura della Pace. Sulla quarta parete campeggia un grande quadro “Il prigioniero”, donato dallo stesso autore, il maestro Georges de Canino, artista di rilievo dedito ai temi della memoria: esso, come scritto nella dedica, vuole ricordare Arrigo Paladini (23 anni), ufficiale italiano in missione clandestina a Roma e poi detenuto in via Tasso, e gli ebrei romani deportati il 16 ottobre 1943. Alcune fotografie con il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi e il ministro della pubblica istruzione Giuseppe Ermini ricordano monumenti dell’inaugurazione del Museo, avvenuta il 4 giugno 1955, e inaugurazione della mostra sulla guerra partigiana in montagna della pittrice partigiana di Boves, Adriana Filippi (1909-1982).