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Museo storico della Liberazione - Roma

I cittadini italiani di religione ebraica

I cittadini italiani di religione ebraica sono integrati nella società, nella cultura, nelle amministrazioni statali, nell’esercito,nelle attività imprenditoriali partecipando attivamente alla fondazione del Regno d’Italia. Partono per la grande Guerra, anche come volontari. Cinquanta i generali ebrei; molti condividono con altri italiani l’adesione più o meno convinta al fascismo.
Il generale Emanuele Pugliese (1874-1967), ad esempio, “partecipa a tutte le campagne dalla guerra di Libia in poi […] e nel 1917 si distingue nella difesa del Monte Grappa […]”. Nel 1922 comanda la XVI divisione di fanteria per la difesa di Roma “durante la «marcia» dei fascisti sulla capitale”. (Cfr. Catalogo della mostra 16 ottobre 1943, a cura di Marcello Pezzetti, 2013, p.40).
Anche Giuseppe Finzi, in una lettera spedita da Milano ed indirizzata al Ministero dell’interno, ufficio Razza, in data 13 novembre 1939, dopo aver fatto presente che sin da marzo aveva inoltrato domanda per ottenere “la mia discriminazione allegando pure il mio brevetto della marcia di Roma”, e non avendo ricevuto risposta, chiede “se mi è consentito di ritornare in possesso del brevetto […]. Saluti fascisti”. Finzi non sarà “discriminato” in base all’art.14 del Regio decreto-legge 17 novembre 1938-XVII, N.1728 Provvedimenti per la difesa della razza italiana, ma sarà deportato a seguito della razzia (16 ottobre 1943) e non farà più ritorno. (Cfr. Catalogo, p.54)